FESTA DELLA LIBERAZIONE
25/04/2022
Nell’ambito del progetto #DAREVOCEALLAMEMORIA i ragazzi Adam Amri Aziz, Matteo de Seta, Aurora Leone, Lara Silvano, Anastasia Tudosescu del Galilei hanno partecipato alla Manifestazione del 25 Aprile 2022, organizzata dall’Amministrazione comunale di Giaveno, recitando una selezione di poesie sul tema della Memoria.
Alcune poesie recitate dai ragazzi nella mattinata:
Qui
Vivono per sempre
Gli occhi che furono chiusi alla luce
Perché tutti
Li avessero aperti
Per sempre
Alla luce.
Tu non sai le colline
Dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
Tutti quanti gettammo
L’arma e il nome.
Una donna
Ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
Si fermò a pugno chiuso,
Vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì.
Ora è un cencio di sangue
E il suo nome.
Una donna
Ci aspetta alle colline.
Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.
Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno
qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell’aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici
Avevo due paure
La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni
Poi venne la notte del silenzio
In quel buio si scambiarono le vite
Incollati alle barricate alcuni di noi
morivano d’attesa
Incollati alle barricate alcuni di noi
vivevano d’attesa
Poi spuntò l’alba
Ed era il 25 Aprile